L'equilibrio dei 3 livelli di innovazione

Abbiamo già avuto modo di parlare di innovazione e di modelli di innovazione strategica di significato, questo perché la crescita di un'azienda dipende anche dalla sua capacità di innovare.
Una volta interiorizzato questo concetto, si rende necessario capire in che modo attuarlo.
Primo dato stabile: occorre partire dal presupposto che l'innovazione è una competenza aziendale strategica (la strategia comprende tutto ciò che garantisce il futuro di una azienda, la tattica comprende tutto quello che ne garantisce il presente), quindi, in quanto competenza è parametrabile, misurabie, trasferibile e soprattutto "imparabile".
Secondo dato stabile: l'azienda che non innova automaticamente decresce.
Quando si vive uno stato di decrescita, si registra la tendenza a vivere con più incertezza il mercato, perdendo la capacità di focalizzarsi sul vero valore che deve avere il mercato per l'azienda: questo non deve mai essere visto come elemento condizionante, bensì come fattore di confronto.
Perché il confronto col mercato venga vissuto in modo costruttivo, diventa sempre più fondamentale creare una strategia di innovazione.
Le aziende che si distinguono nel proprio eco-sistema sono eccellenti nella gestione totale dell'innovazione che viene vissuta simultaneamente su 3 livelli di ambizione, tenuti costantemente in equilibrio.
I 3 livelli di innovazione si possono schematizzare nel seguente modo:
- innovazione di base, attinente al core business aziendale;
- innovazione adiacente, attinente al core business aziendale ma fortemente orientata a penetrare nuove quote di mercato e/o ad implementare la qualità del servizio/prodotto già esistente;
- innovazione trasformativa, volta ad esplorare mercati e prodotti non ancora esistenti.
Perché è fondamentale che l'azienda decida in maniera consapevole su quale livello investire tempo e denaro?
Semplicemente perché "il fare azienda" si allontana sempre più dalla casualità del risultato per ricercarne la causalità.
Una volta decisa la strategia, l'impresa deve perciò distribuire la propria capacità di investimento in processi innovativi rispettando una precisa matrice economica:
- Investire il 70 % delle proprie possibilità sull'innovazione base per un ritorno pari al 10% sul totale investito;
- Investire il 20 % delle proprie possibilità sull'innovazione adiacente per un ritorno pari al 20% sul totale investito;
- investire non oltre il 10% delle proprie capacità sull'innovazione trasformativa per un ritorno pari al 70 % sul totale investito.
Conosci te stesso!
Chiara Pulzato