La missione è il DNA dell’azienda
Spesso le aziende si trovano a vivere problemi di indisciplina che si possono manifestare con vari sintomi: mancato raggiungimento degli obiettivi,
comportamenti non in linea alla cultura aziendale, malumori tra reparti, leadership intermedia non condivisa, non completa responsabilità di ruolo
a più livelli, superficialità, etc...
Da che cosa sono causati questi sintomi?
Da una non completa aderenza alla cultura aziendale e, in molti casi, da una mancata condivisione della missione e dei valori aziendali.
La cultura aziendale è l'insieme dei codici che regolamentano l'esistenza di un'azienda andando ad esplicitarne l'etica, la strategia e lo stile.
Il codice etico di una azienda può essere chiamato anche missione, il codice strategico visione, mentre lo stile di un'azienda è dato dalla disciplina, ossia quell'insieme di norme, regole e comportamenti che danno corpo alla missione nel raggiungere la visione.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire che cosa è la missione di un'azienda.
La missione è il codice etico di una azienda, rappresenta lo scopo di un'organizzazione o impresa, il fine ultimo, la giustificazione della sua esistenza, la dichiarazione di utilità che vuole assumersi nei confronti del mercato di riferimento, e al tempo stesso ciò che la distingue dalle altre.
Potremmo osare definendo la missione come il DNA di un'azienda, perché la missione si compone di valori, quei valori che l'organizzazione decide di inviare al mercato attraverso il proprio prodotto o servizio, ma che al contempo professa coerentemente ogni giorno al suo interno, rendendola diversa dalle altre.
Il termine valore, deriva dal latino "valère" ossia "essere forte", "essere efficace", "essere capace di contribuire".
Nel momento stesso in cui nasce, l'azienda decide una gerarchia di valori ai quali attenersi per svolgere la propria attività. La missione in realtà è la sommità di un processo, il suo filo rosso, e non un enunciato. Così come la qualità non è un manuale o un certificato utile per poter lavorare in alcuni contesti diversamente inaccessibili, ma un modo diverso di essere e fare azienda. Ed è dentro questo "modo" che entrano in gioco prepotentemente i valori quali elementi cardine capaci di dare linfa e vitalità ad un'idea, ad un progetto, ad un'azione. Ed è dentro questo modo di essere che l'azienda esplica la sua unicità assieme alla propria utilità.
Ogni leader si trova a fronteggiare prima o poi la situazione in cui un collaboratore sembra aver assunto un ruolo da mero spettatore all'interno del reparto, diventando una persona che esegue il proprio ruolo ma non lo interpreta, con tutti i rischi, persino di "contaminazione" della squadra, che questo comporta. Al fine di creare un vero gioco di squadra capace di rendere le persone produttive e motivate, diventa quindi fondamentale capire che, in azienda, che ancor prima di parlare di ciò che bisogna fare e dei risultati da raggiungere, serve ribadire le ragioni che sorreggono la scelta e indicare i principi che fanno di quell'azione un segno distintivo e riconoscibile del modo di agire di quell'azienda.
Per far vivere la disciplina come processo naturale, come esercizio costante delle azioni utili e condivise, come stile aziendale, come distintivo di appartenenza, come mezzo per il raggiungimento dello scopo e degli obiettivi a volte basta poco; il segreto sta nel creare il coinvolgimento allo scopo aziendale abbinandolo allo scopo personale dei collaboratori.
La piena "obbedienza" al metodo si ottiene quando si fa nascere la vera responsabilità, intesa come il sentirsi pienamente appartenenti all'azienda in cui si lavora, e quindi voler diventare protagonisti ogni giorno della missione dell'organizzazione.
Non è cosa facile nel mondo del lavoro motivare le persone all'obbedienza, talvolta le posizioni di partenza sono troppo distanti, poco chiari i motivi per cui agire e confusi gli obiettivi.
Ma che cosa intendo quando parlo di obbedienza? Anzitutto mi rifaccio all'etimologia latina del termine "ob + audire" cioè "dare ascolto, prestare attenzione", ossia la capacità di porsi in atteggiamento di ascolto per capire le cose nel profondo ( in questo caso il significato delle azioni o dei compiti che devo eseguire). Questo ci permette di dare un alto significato all'obbedienza intesa come disciplina al metodo, che passa dall'essere vissuta come un modo di essere passivo, ad atto dinamico che permette ai principi e valori di tramutarsi in azioni concrete e comportamenti responsabili e produttivi.
Troppe volte ci si accanisce nel ribadire il "cosa fare", nel dare correttivi e nel ridefinire gli obiettivi; quando i risultati sono costantemente non allineati alle aspettative, non può essere solo un problema di metodo, di indisciplina, ma è certamente un problema che nasce dalla mancanza di coinvolgimento e da scarso senso di appartenenza.
Molto spesso conoscere il DNA dell'azienda in cui operiamo è il primo passo per comprenderla meglio nel suo modo di essere e per esplodere il nostro modo di essere al suo interno per diventare unici.
Conosci te stesso!
Chiara Pulzato